Le putele, ovvero “le ragazzuole”.
Sono le vere e proprie protagoniste, nonostante l’attenzione sia spesso spostata sugli 8 contradaioli.
Simbolicamente le Putèle sostituiscono in questa gara le statue delle madonne che un tempo (ma anche attualmente) venivano portate in processione in occasione della Sagra. Diversi documenti dimostrano che anche a Montecavolo nel ‘700 si correva portando le statue dell’Annunciazione o della Madonna con il bambino. La versione rivista dalla Parrocchia di montecavolo per il 3° millennio è stata quella di sostituire le vecchie statue (pericoloso per l’integrità della statua) con nuove bellissime ragazze indigene in dialetto chiamate putèli. Da questo è nata l’idea del “Palio dal Putèli”, ricordando questa antica tradizione che comunque già da secoli si mantiene anche nella nostra Montecavolo.
Detto queste, la Putèla deve quindi rispettare alcune condizioni per poter essere scelta dal proprio Cantone:
-deve essere maggiorenne
-non può aver già corso il Palio
-non può essere sposata
-deve avere residenza attuale entro i confini geografici del proprio Cantone, o avervi abitato per almeno 10 anni.
-durante la gara deve essere vestita con gli appositi vestiti del proprio Cantone
-deve gareggiare tassativamente munita di protezioni alle ginocchia, gomiti e testa.
-a seconda della modalità e regolamento del Palio vigente può essere parte attiva nella gara.
Tra le poche ragazze che superano questi requisiti ogni cantone ovviamente sceglie la ragazza non per simpatia, non per bellezza e nemmeno per sexy-appeal, ma bensì in base al peso, in quanto qualche Kg in più può essere determinante nell’esito del successo finale.